Le lampade fluorescenti compatte possono essere inquinanti e presentare rischi per la salute
Sebbene le lampade CFL abbiano sostituito gran parte di quelle a incandescenza (tolte dal commercio) non sono altrettanto innocue: vanno manipolate con attenzione e vanno smaltite attraverso i centri di raccolta RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche).

Una lampadina CFL include un circuito elettronico (contenuto nella base) e un tubo di vetro (a U o a spirale) contenente gas e una piccola quantità di mercurio. Il mercurio è un elemento altamente tossico. In caso di rottura del tubo di vetro della lampadina, il mercurio esce e potrebbe essere ingerito, respirato o assorbito attraverso la pelle.
Se la rottura avviene a lampada spenta, si devono raccogliere le gocccioline di mercurio cadute con un panno umido così da smaltirle insieme ai resti della lampada e al materiale usato per la pulizia.
Se la rottura avviene a lampada accesa, si deve uscire immediatamente dalla stanza, chiudere le porte, rientrare dopo circa mezzora e provvedere alla pulizia della zona circostante e allo smaltimento. In ogni caso non si deve utilizzare l’aspirapolvere, che rischierebbe di vaporizzare ulteriormente le gocce di mercurio e di diffonderlo nell’aria, aumentando il rischio di inalazione.
Citando un manuale del Centro di Coordinamento RAEE: “Il mercurio può provocare danni a livello nervoso e celebrale: è in grado di attaccare le singole unità neuronali, arrivando alla loro completa distruzione. Il rischio maggiore è rappresentato da malattie dovute al malfunzionamento cerebrale e nervoso, come sclerosi multipla, problemi cognitivi compromissione delle capacità motorie e muscolari”.
Se la lampada non viene rotta, l’inquinamento non avviene. Purtroppo però una percentuale di utenti disinformati getta le CFL nella normale spazzatura e non tutti gli esercizi commerciali che raccolgono le lampadine usate le smaltiscono attraverso i centri di raccolta (c’è anche una quota di RAEE che non raggiungono il centro di riciclo).
Risultato: le CFL sono solo in apparenza una risposta alle necessità di illuminazione. Salvo per i casi in cui la lampadina è accesa sporadicamente durante l’anno, giustificando il basso costo di acquisto, i LED sono la soluzione economicamente ed ecologicamente più corretta e vantaggiosa.
Che problemi ci sono a sostituire i tubi “al neon” con lampade LED?
Nessuno.
Se si conserva la plafoniera, basta sostituire i tubi fluorescenti con tubi a LED di pari dimensioni, rimuovere lo starter e cortoicircuitare il reattore (non più necessario). Visto il consumo di energia assai inferiore e l’assenza di altri componenti, l’installatore è in grado di ricertificare immediatamente la nuova installazione.
Schema base di collegamento di una lampada fluorescente:

Com’è fatta una lampadina a LED?

La foto mostra un esempio di lampadina a LED aperta. Si tratta di un vecchio modello da 4 watt, da pionieri dell’illuminazione a LED, che mostra la piastrina su cui sono montati i LED, mentre l’alimentazione a 220 volt è contenuta nella base.
In quanto componenti elettronici, anche le lampadine a LED vengono smaltite come RAEE, ma con una grossa differenza: la loro lunghissima durata, la compattezza e l’assenza di sostanze tossiche (come il mercurio contenuto nelle lampade fluorescenti) rende estremamente facile e comodo lo smaltimento. In ogni caso passeranno parecchi anni prima che riusciate a riempire un sacchetto di scarti da smaltire!